Un sensore PM (Particulate Matter, ovvero sensore di particolato) è un dispositivo che rileva e misura la concentrazione di particelle microscopiche solide o liquide sospese nell'aria. Ecco una panoramica dei suoi aspetti chiave:

Funzione e scopo
Si concentra specificamente sugli inquinanti particellari come PM2.5 (particelle ≤ 2,5 micrometri) e PM10 (particelle ≤ 10 micrometri), che sono i principali contaminanti atmosferici che pongono rischi per la salute. I sensori PM monitorano la qualità dell'aria in tempo reale e possono attivare avvisi quando i livelli di inquinamento superano le soglie di sicurezza.

Principio di funzionamento
La maggior parte dei sensori PM funziona utilizzando metodi ottici:

Diffusione della luce: Una sorgente luminosa (laser o LED a infrarossi) illumina le particelle mentre l'aria viene aspirata attraverso il sensore. La luce diffusa viene rilevata da un fotodiodo, con l'intensità che correla con la concentrazione di particelle.
Tipi di rilevamento: I sensori basati su laser offrono una maggiore precisione per le particelle più piccole (≥0,1 μm) ma sono più costosi. I sensori a infrarossi sono più semplici ed economici, ma meno precisi (rilevano particelle ≥0,3 μm).

Applicazioni
I sensori PM sono parte integrante di:

Monitor di qualità dell'aria e rilevatori di inquinamento portatili.
Purificatori d'aria e sistemi di ventilazione intelligenti per il funzionamento automatico.
Ricerca ambientale e mappatura dell'inquinamento urbano.
Monitoraggio della salute sul lavoro in ambienti industriali.

Integrazione e trasmissione dati
I dati dei sensori vengono spesso trasmessi in modalità wireless tramite dispositivi come DTU (Data Transmission Units) a piattaforme cloud per il monitoraggio remoto, l'analisi e il controllo del sistema.

In sostanza, i sensori PM sono strumenti fondamentali per quantificare le particelle sospese nell'aria dannose, consentendo azioni informate per mitigare l'esposizione all'inquinamento.

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